Si è concluso, a Jesolo, il ciclo di incontri della Scuola Biblica, guidati da mons. Lucio Cilia. Anche a Eraclea si è concluso il corso guidato da don Corrado Cannizzaro e Simone Scremin, mentre a Caorle stanno ancora svolgendosi i lavori dei due gruppi guidati, in giorni e orari diversi, rispettivamente da don Alberto Vianello e mons. Giuseppe Manzato.
Tema comune dei corsi nel Litorale, così come per tutti i gruppi della Scuola Biblica nelle diverse zone del Patriarcato, le storie dei Patriarchi nel libro della Genesi (cc.12-50).
Nella notte del 30 dicembre 2017 mons. Ezio Memo è tornato alla casa del Padre. Altri hanno ricordato, in diverse sedi, i molti e importanti compiti da lui svolti a servizio sia della nostra Chiesa veneziana sia della Conferenza Episcopale Triveneta. Io qui voglio ricordare che don Ezio, con don Bruno Bertoli, don Romeo Cavedo e alcuni laici, è stato tra i fondatori della Scuola Biblica diocesana. Quando don Bruno, nel 1980, progettò – con la benedizione del Patriarca Cè – di dar vita , nella nostra diocesi, a questa nuova esperienza, fu don Ezio la prima persona cui chiese collaborazione e consiglio, trovando in lui massima, anzi entusiastica, disponibilità. Assunse subito, infatti, la guida di un gruppo, mantenendo per molti anni tale impegno, finché gli importanti ruoli diocesani non lo assorbirono completamente. Riassunse però con gioia la guida di un gruppo non appena fu libero dagli impegni di Curia. E – finché la salute glielo permise – partecipò sempre attivamente ai momenti di riflessione e di studio dell’équipe dei docenti. L’ultimo incontro cui fu presente si svolse proprio in casa sua, a Burano, quando ormai il male lo inchiodava alla poltrona. Don Ezio amava profondamente la Sacra Scrittura e aveva accolto in pieno la raccomandazione del Concilio Vaticano II a far sì che tutto il popolo di Dio possa ricevere “l’alimento delle Scritture, che illumini la mente, corrobori la volontà, accenda i cuori degli uomini all’amore di Dio” (DV 23). Perché ciò si realizzasse ha profuso il suo impegno con generosità e intelligenza. Anche di questo la nostra Chiesa deve essergli grata. Maria Leonardi
Il 29 agosto 2016 ci ha lasciato, del tutto inaspettatamente, Paolo Inguanotto, uno dei più apprezzati docenti della Scuola Biblica. Una caduta in casa, pochi giorni in ospedale, l’improvviso aggravamento, la morte che ha lasciato tutti costernati e increduli.
Della sacra scrittura Paolo era un esperto conoscitore, che si spingeva alla ricerca di sempre nuove ricerche, aggiornandosi puntualmente sugli sviluppi degli studi biblici, anche i più avanzati e discussi. Ma la sua non era un’erudizione da puro studioso, per quanto la sua formazione scientifica lo rendesse estremamente rigoroso e critico: sapeva infatti unire al rigore dell’esegesi la passione della “lectio” proponendo un’attualizzazione del messaggio scritturistico sempre molto stimolante.
Come docente della Scuola Biblica, per trentacinque anni, è stato veramente un maestro stimato per il suo rigore mai arido, che gettava le basi così da permettere a chi partecipava agli incontri di imparare un metodo e proseguire da solo.
Per tutta la Scuola Biblica – anche per i docenti – Paolo è stato un punto di riferimento: ci mancherà.